INDUSTRIA 4.0
Da secoli lo scopo dell’industria è quello di andare incontro a una sempre crescente e cangiante domanda di mercato. Qualsiasi bene venga prodotto, le dure leggi del marketing e la concorrenza proveniente da differenti produttori, definiscono quelli che sono gli obiettivi primari all’interno dei processi industriali. Produrre beni di consumo, in volumi sempre maggiori, riducendo costi di produzione agendo su ogni fase del processo produttivo, senza che tutto ciò influisca sulla qualità finale del prodotto.

PROPULSIONE TECNOLOGIA
Percorrendo le varie fasi dell’evoluzione industriale, è possibile definire uno schema ricorrente associato a quelle che oggi vengono ricordate come le più importanti rivoluzioni industriali. Ogni grande scoperta scientifica e tecnologica è stata seguita da un altrettanto consistente passo in avanti dei processi produttivi industriali. L’invenzione della macchina a vapore diede la spinta all’industria tessile del XVIII secolo, i telai infatti, fino a quel momento venivano azionati a mano sfruttando energia ricavata dal lavoro animale o dalle masse d’acqua presenti nei fiumi che andavano ad attivare le meccaniche dei mulini.

Nikola Tesla, con la sua corrente alternata e poi ancora Thomas Alva Edison, con la sua corrente continua, contribuirono anch’essi, con le loro scoperte, a migliorare l’efficienza dei processi produttivi industriali. È dunque evidente che l’industria abbia un legame molto profondo con la  tecnologia e la scienza.

L’ERA DIGITALE
La velocità con cui la tecnologia è progredita negli ultimi duecento anni è ben documentata su tutti i libri di storia. Giunti al XX secolo abbiamo assistito all’avvento dell’era digitale e l’invenzione del world wide web, fattori questi che hanno iniziato a stravolgere le abitudini e il modo di comunicare di milioni di persone. Nei processi produttivi sono stati introdotti sempre più componenti automatizzate, interconnesse, guidate da processori sempre più potenti e sofisticati. Questa tendenza è in continuo aumento, ci stiamo avviando verso un’era dove quasi tutti i processi produttivi industriali saranno affidati a macchine e robot.

La chiamano industria 4.0, termine coniato al fine d’identificare la prossima rivoluzione industriale. Secondo uno studio del Boston Consulting, multinazionale statunitense di consulenza, questo grande cambiamento, che sta già avvenendo, all’interno del mondo della produzione di beni, è guidato da diverse nuove tecnologie quali:

  1. Cloud computing
  2. Stampa 3D
  3. IoT
  4. Big Data
  5. Realtà aumentata

COSTI E BENEFICI
L’utilizzo incrociato di tutte queste tecnologie, ha reso possibile la notevole riduzione dei costi di produzioni ma, se da un lato tutto è interconnesso, ottimizzato e caratterizzato da un basso consumo energetico, in molti si chiedono quale sarà l’impatto che tutto ciò avrà sulle risorse umane attualmente posizionate  a diversi livelli del processo produttivo industriale.

Ricerche su fattori economici prevedono che nei prossimi cinque anni spariranno quasi 7,1 milioni posti di lavoro, e ne verranno creati 2 milioni. Dunque, al momento le previsioni anticipano un saldo negativo di 5 milioni di lavoratori non più oggetto di interesse da parte delle nuove industrie. Sebbene le previsioni non siano del tutto rosee, esse ci fanno ragionare su quale sia la direzione che le nuove generazioni devono scegliere per poter essere competitivi all’interno del mondo del lavoro, del resto, lo stesso Charles Darwin affermava che, solo chi è capace di cambiare sopravvive.

 

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